Facciamo chiarezza sulle varie tipologie di colorazioni, ormai molti prodotti in commercio vengono verniciati con resine sintetiche. Questa procedura, lontana dalla tradizione del vetro artigianale presenta numerosi svantaggi: Alto impatto ambientale, rilascio vapori tossici nel tempo, bassa durata, colorazione priva di sfumature.
Il vetro può essere colorato a caldo impiegando tre procedimenti distinti studiati espressamente per dare una certa colorazione al vetro incolore trasparente:
Il vetro colorato era noto fin dall'antichità: in Egitto, dov'era preferito al vetro incolore e in tutte quelle regioni dell'impero romano dove si fabbricava il vetro. In seguito troviamo a Venezia il vetro cristallo (secolo XV) e verso il 1676 in Inghilterra in vetro piombico di George Ravenscroft.
Il gusto per il vetro colorato non tramontò mai ed ebbe momenti di splendore nel secolo XIX in Boemia e, più recentemente, per merito degli artisti dell’Art Nouveau.
Il procedimento per colorare il vetro in superficie consiste nello stendere dei pigmenti colorati senza farli penetrare nel corpo vitreo. Un metodo recente per colorare il vetro Venne ideato da Friedrich Egermann, che nel 1820 usava cloruro d'argento per ottenere una tinta gialla, e nel 1840 una tinta rossa. La moda del vetro colorato si diffuse anche in Inghilterra nella seconda metà dell'ottocento, le tinte preferite erano Ambra (giallo brunastro) e un rosso intenso, che venivano fissati con una leggera ricottura. La decorazione era incisa in modo che si potesse vedere la sottigliezza dello strato di colore.
Tecnica consistente nell'inclusione, fra due strati di vetro trasparente e incandescente, di sostanze chimiche che per l'elevata temperatura assumono colori particolari e di grande effetto, mai uguali fra loro. Questo procedimento venne ideato da Ercole Barovier verso il 1930.
Pittura eseguita con colori a lacca o ad olio su vetri su porcellane senza cottura. Questo tipo di decorazione non resiste all'usura e quasi sempre col tempo si consuma: fanno eccezione i lavori eseguiti al rovescio della superficie e che pertanto rimangono protetti dal vetro. I colori a freddo vennero adottati per vetri e bicchieri di grandi dimensioni forse perché si trattava di oggetti troppo grandi per essere cotti in una muffola, oppure di vetro di qualità mediocre che non avrebbe sopportato una ricottura. Questa decorazione, veniva eseguita sovente da artigiani che non disponevano di una fornace. Viene chiamata anche dipinto freddo. In epoca più recente molti produttori hanno cominciato ad utilizzare vernici sintetiche, queste permettono di colorare oggetti anche di grandi dimensioni precedentemente realizzati in vetro trasparente anche di bassa qualità, infatti la copertura polimerica coprirà eventuali imperfezioni del vetro.
Terminologia ancora in uso presso le vetrerie di Murano che indica il vetro colorato in fusione mediante ossidi e sali minerali.
Ovviamente tutti i prodotti MGS non sono verniciati ma colorati in fusione utilizzando minerali naturali, di seguito una galleria di alcuni dettagli di nostri articoli in cui si possono apprezzare le sfumature della naturale colorazione in fusione:
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